Querciola
Querciola (mt. 823)
E’ il paese più “giovane” del Belvedere, poiché la parrocchia si è costituita solo agli inizi del ‘900 in un luogo in cui, precedentemente, non c’erano case. Fino ad allora questa zona faceva parte dell’antica parrocchia di Rocca Corneta, il cui territorio era dunque molto esteso.
Sacro e profano s’intrecciano profondamente nella giovane storia di Querciola.
Il racconto dei fiori secchi prodigiosamente sbocciati in pieno inverno, e la disputa sorta sulla gestione delle ricche rimesse degli emigranti; sono i due elementi dai quali 155 anni fa nacque il paese.
Ma torniamo alla storia, siamo nei primi anni dell’Ottocento, all’epoca non esisteva un paese ma solo alcune case di contadini che, come era uso in zona, ogni anno nel mese di maggio si recavano in pellegrinaggio a San Luca.
Fra questi c’era anche Pietro Vighi che abitava ai piedi del Monte Belvedere il quale, assieme ad altri due paesani, decise di acquistare un’immagine in terracotta della Madonna e di collocarla al suo rientro su un albero, appunto una quercia, posta esattamente nel luogo dove sorge oggi la chiesa, che nelle carte ottocentesche viene indicato come La Serra, all’epoca sotto la parrocchia di Grecchia.
Si dice anche che la quercia fosse cava e al suo interno si trovasse un tesoro, nascosto da alcuni malfattori che non poterono mai recuperarlo.
In breve tempo l’immagine divenne oggetto di intenso culto e la tradizione popolare racconta di fatti prodigiosi accaduti come quello di un piccolo vaso di fiori fu posto da Chiara Bernardini in Lenzi sotto la targa e improvvisamente, in gennaio, esso da secco che era rifiorì, oppure una serie di inspiegabili guarigioni miracolose in occasione della grande epidemia di colera del 1855, tanto da fare diventare il tronco dell’albero una sorta di ex-voto ricoperto da stampelle e tavolette votive.
Si narra infatti che nel 1855 quando:
“… il terribile morbo del colera funestava le contrade d’Italia le persone di questi contorni, di fronte a questi pericoli, ricorsero alla Madonna, quella appesa alla quercia”.
Il 2 maggio 1913 l’oratorio fu elevato a santuario con apposito decreto del cardinale Della Chiesa, arcivescovo di Bologna, futuro papa Benedetto XV; assunse la dedicazione alla Beata Vergine della Querciola, la cui Immagine fu solennemente incoronata il 26 giugno 1922. L’elemento più significativo fu però la collocazione della nuova ancona, in legno intagliato e dorato, opera delle sapienti mani di Raffaele Vai (Raflìn) e dell’indoratore bolognese signor Amadori alla fine del 1972. L’ancona, donata da Tullio Romanelli, fu ufficialmente presentata ai fedeli in occasione della benedizione della nuova fioriera da parte del cardinale Poma il 26 maggio del 1973; la fioriera antica, più piccola, fu comunque restaurata e conservata. (di Alessandra Biagi)